Uno dei fattori più rilevanti dell’emergenza sanitaria globale è rappresentato dall’inquinamento ed è per questo motivo che bisogna garantire a tutti i cittadini il diritto a vivere in un ambiente salubre, proprio come stabilito dalla Corte di Giustizia Europea. È da queste parole che parte Aria Pulita, l’azione legale collettiva avviata da Consulcesi durante l’evento “Liberi di respirare” organizzato il 5 giugno in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente.
Inquinamento e smog: i dati di Sima
Il team di Consulcesi, dopo aver passato diversi anni al fianco di operatori sanitari per salvaguardare i loro diritti, ora scende in campo per tutelare la salute dei cittadini. È nata così quella che è la più grande azione collettiva rivolta a tutti i cittadini che si impegnano ogni giorno per avere un pianeta più sano. Secondo quanto stabilito dalla Società italiana di medicina ambientale (Sima), ben 8 italiani su 10 respirano aria malsana ed il 21% dei cittadini, ad oggi, si trovi in condizioni di salute ritenute rischiose a causa delle polveri sottili e non solo. Infatti, lo stesso discorso vale anche per gli ossidi di azoto. Gli esperti Sima hanno dichiarato che questa situazione non riguarda soltanto il nostro Paese ma circa l’81% della popolazione dell’Unione Europea che, ogni giorno, respira un’aria con una concentrazione di polveri sottili più alta della soglia di sicurezza stabilità nel 2005 dell”Oms.
L’azione legale collettiva Aria Pulita di Consulcesi
Sono 3.384 i comuni in Italia che sono compresi nelle violazioni accertate dal Parlamento europeo ed è da questo dato che nasce l’esigenza di avviare un’azione legale collettiva da parte di Consulcesi. Di Aria Pulita ne ha parlato proprio il presidente di Consulcesi, Massimo Tortorella: “Si tratta di un’azione legale che ha lo scopo di accertare la
violazione del diritto a vivere in un ambiente salubre, con conseguente richiesta di risarcimento del danno,
in favore dei residenti delle zone in cui è stato accertato il superamento dei limiti delle particelle inquinanti contenute nell’aria ambiente. L’azione legale – sottolinea Tortorella – rappresenta la presa di coscienza dei cittadini come stimolo
a trovare soluzione ed è anche l’occasione per spingere le istituzioni affinché
intervengano per porre rimedio a tale intollerabile situazione che, nonostante la condanna da parte della Corte di Giustizia Europea, continua a perpetrarsi“. Per aderire a questa importante iniziativa è sufficiente avere la residenza nelle zone dove sono state accertate le violazioni, a prescindere dall’aver subito effettivamente un danno alla propria salute. Basterà dimostrare di aver avuto la residenza per minimo un anno nel periodo compreso dal 2008 al 2018 in uno dei territori coinvolti.